Fede, tradizione e comunità da oltre tre secoli ai piedi dell’Etna
Un cammino di fede tra statue, canti e gesti antichi

Ogni anno, Biancavilla — suggestivo centro etneo in provincia di Catania — si trasforma in un palcoscenico di emozione, preghiera e tradizione con le celebrazioni della Settimana Santa. La Pasqua qui non è solo liturgia: è vita condivisa, storia vissuta, arte sacra in movimento.
Origini: un patrimonio spirituale dal XVII secolo
Le prime testimonianze della Pasqua biancavillese risalgono alla seconda metà del 1600, con la nascita dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento, che curava la processione del Cristo Morto. Tra le figure più emblematiche vi fu don Placido Portale, sacerdote e artista, che scolpì due dei simulacri storici: l’Ecce Homo e il Cristo alla Colonna.
I “Tri Misteri”: il cuore del Venerdì Santo

La sera del Venerdì Santo, le vie del paese si riempiono di silenzio e solennità per la processione dei “Tri Misteri”, oggi estesa a otto gruppi statuari. Ogni statua è affidata a una confraternita che sfila in abiti rituali, in un’atmosfera intensa di raccoglimento e memoria.
Nel 2008, l’intera celebrazione è stata riconosciuta come Patrimonio Immateriale della Regione Siciliana, a testimonianza della sua unicità nel panorama culturale e religioso dell’Isola.
Domenica di Pasqua: il rito de “’a Paci”
Alle ore 12, in piazza Roma, di fronte alla Basilica di Santa Maria dell’Elemosina, si svolge il simbolico bacio tra Gesù e Maria: un abbraccio sacro che commuove ogni presente e che segna la gioia della resurrezione.
Il ruolo della comunità
L’anima della Pasqua biancavillese sono le confraternite, i parroci, gli artisti locali, ma anche la gente comune, unita da un sentimento profondo di appartenenza. Tra le figure di rilievo si ricorda anche mons. Agrippino Salerno, che recuperò l’antico rito de “a scisa ‘a Cruci”.